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martedì 11 gennaio 2011

Senatore Marcello Dell’Utri condannato a sette anni

Senatore Marcello Dell’Utri condannato a sette anni


Mafia, Dell'Utri condannato a 7 anni
In appello pena ridotta di 2 anni

Il pg: stupito. I legali del senatore del Pdl: giudici condizionati dalla stampa.

Bondi: amarezza ma spero in Cassazione


La sentenza del Processo Dell'Utri
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PALERMO (29 giugno) - Il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri è stato condannato a sette anni di reclusione dai giudici della seconda sezione della Corte d'Appello di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa. In primo grado Dell'Utri - che oggi ha aspettato la sentenza a Milano - era stato condannato a nove anni.

La corte, riformando la sentenza di primo grado, ha invece assolto Dell'Utri limitatamente alle condotte contestate come commesse in epoca successiva al 1992 perché «il fatto non sussiste», riducendo così la pena da nove a sette anni di reclusione.

I giudici della seconda sezione della Corte d'appello hanno infine dichiarato il non doversi procedere nei confronti dell'altro imputato, Gaetano Cinà, che nel frattanto è deceduto. Il pg Antonino Gatto aveva chiesto la condanna di Dell'Utri a 11 anni di reclusione. La sentenza è stata pronunciata dopo sei giorni di camera di consiglio. Il collegio presieduto da Claudio Dall'Acqua, a latere Salvatore Barresi e Sergio La Commare, è rimasto riunito in camera di consiglio da giovedì scorso.

I giudici hanno anche condannato Dell'Utri al pagamento delle spese sostenute dal Comune e dalla provincia di Palermo che «si liquidano per ciascuna di esse in complessivi sette mila euro». La corte ha inoltre indicato in 90 giorni il termine per il deposito della sentenza.

«Vedremo quali sono le motivazioni. Sono stupito. In pratica le cose dette da Spatuzza e l'intero impianto accusatorio che pure era ben piantato su questo punto non è stato preso nella giusta considerazione», ha detto il pg Gatto. «Non è vero tra l'altro - ha aggiunto - che Filippo Graviano ha smentito Gaspare Spatuzza, anzi ha confermato alcuni episodi. Invece Giuseppe Graviano stava male e non ha voluto rispondere. Bisogna capire perchè la corte ha deciso di eliminare la "stagione politica" da questo processo. In ogni caso sono sempre possibili ulteriori indagini. Non voglio pensare alla prescrizione, non ci ho mai pensato. La difesa valuterà se esistono i termini».

«C'è stata una vera campagna di stampa tale da condizionare la Corte. Non si è mai vista una Corte fare un comunicato stampa», ha detto l'avvocato Pietro Federico, uno dei legali di Dell'Utri. «L'appello è stato trasformato in un campo di battaglia - ha aggiunto l'avvocato Federico - è stato alquanto irrituale leggere oltre al comunicato della Corte anche quelli dell'Associazione nazionale magistrati e dell'Ordine degli avvocati».

«Prima di valutare i termini della eventuale prescrizione, ricorreremo in Cassazione»,
ha aggiunto Federico. I fatti precedenti al 1992, per i quali dell'Utri è stato condannato, potrebbero infatti rientrare nella prescrizione.

«Con questa sentenza si mette una pietra tombale sulla presunta trattativa tra Stato e mafia durante il periodo delle stragi. Quello che ha detto Spatuzza non è stato evidentemente preso in considerazione come voleva l'accusa», ha commentato invece l'avvocato Nino Mormino, altro legale del senatore Pdl, sottolineando che la corte ha assolto il suo assistito per le condotte contestate in epoca successiva al 1992, escludendo cioè qualunque «patto» tra lo Stato e Cosa Nostra subito dopo le stragi.

«A parte la profonda amarezza per la decisione dei giudici d'appello sul caso di Marcello Dell'Utri, l'unico commento positivo in questo momento è la speranza che la cassazione riaffermi che l'Italia è la patria del diritto», affermato Sandro Bondi, ministro dei Beni culturali e coordinatore del Pdl.

L'Idv: luce sinistra su nascita Forza Italia. «La Corte di Appello di Palermo, conferma, dopo una lunga camera di consiglio, l'impianto accusatorio secondo cui il senatore Dell'Utri, braccio destro ed operativo di Silvio Berlusconi, ebbe contatti stabili, ossia per nulla occasionali, con Cosa Nostra sino al 1992, l'anno delle stragi», è il commento di Luigi Li Gotti, capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione Giustizia al Senato. «Questa sentenza, pur se ancora ovviamente non definitiva, getta una luce pesantemente sinistra sulla stessa nascita della nuova formazione politica di Forza Italia, la cui genesi è datata in Sicilia nel 1992. Dobbiamo a questo punto chiederci quali siano i contorni e lo spessore della pagina nera che inaugurò la seconda repubblica. Il futuro - conclude il senatore Li Gotti - potrà darci le risposte agli interrogativi che alla lucedella sentenza odierna massicciamente inquietano».

L'Idv: luce sinistra su nascita Forza Italia. «La Corte di Appello di Palermo, conferma, dopo una lunga camera di consiglio, l'impianto accusatorio secondo cui il senatore Dell'Utri, braccio destro ed operativo di Silvio Berlusconi, ebbe contatti stabili, ossia per nulla occasionali, con Cosa Nostra sino al 1992, l'anno delle stragi», è il commento di Luigi Li Gotti, capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione Giustizia al Senato. «Questa sentenza, pur se ancora ovviamente non definitiva, getta una luce pesantemente sinistra sulla stessa nascita della nuova formazione politica di Forza Italia, la cui genesi è datata in Sicilia nel 1992. Dobbiamo a questo punto chiederci quali siano i contorni e lo spessore della pagina nera che inaugurò la seconda repubblica. Il futuro - conclude il senatore Li Gotti - potrà darci le risposte agli interrogativi che alla lucedella sentenza odierna massicciamente inquietano».


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